PROGETTI DI VALORIZZAZIONE SOSTENIBILE DEL PAESAGGIO:
I CONTRATTI DI PAESAGGIO E IL CONTRATTO DI FIUME DELLA
PROVINCIA DI TERNI
“… un modo di vedere, di riscoprire ciò che già
possediamo…
anziché un’ennesima spiegazione di ciò che abbiamo
perduto…
un’indagine su ciò che possiamo ancora trovare.”
( Simon Schama “Paesaggio e Memoria”)
La definizione di paesaggio come “quadro
di vita” delle popolazioni, introdotta dalla Convenzione
Europea del Paesaggio (Firenze, 2000), ha determinato
uno spostamento di visione e di interessi tra i soggetti
che operano sul territorio, a diversi livelli, e chi
invece vive il territorio.
Si è passati da una condizione di reclusione scientifica
dello stesso paesaggio al pieno riconoscimento della sua
valenza ecosistemica, percepita e percepibile, liquido
amniotico in cui la realtà si muove e ne fa parte. Alla
tradizionale visione del paesaggio come categoria pseudo
scientifica se non puramente estetica, si vanno quindi
ad aggiungere la valenza identitaria, affettiva, ma
anche economica e funzionale, in un complesso intreccio
tra dimensione paesaggistica e dinamiche evolutive del
territorio contemporaneo.
Ciò ha fatto sì che che il paesaggio abbia assunto un
significato talmente forte da assegnarli un ruolo
imprescindibile nelle politiche di governo e sviluppo
territoriale ad ogni livello.
La Provincia di Terni, in linea con i principi
della Convenzione Europea, ha elaborato un Piano
Territoriale di Coordinamento (PTCP, 2000)
che ha avuto come base tecnico-scientifica l’Ecologia
del paesaggio, in cui si sono predisposte ampie basi
conoscitive, regolamentari e propositive necessarie a
sviluppare esperienze e concrete azioni paesistiche
sull’intero territorio provinciale. Ne è esempio
tangibile la costituzione dell’Ecomuseo del Paesaggio
Orvietano, esperienza di livello europeo che ha
visto il suo relazionarsi con altri progetti di Ecomusei
quale momento di approvazione dell’operato.
Anche nell’attuale fase di revisione del PTCP, l’accento
viene posto sulla dimensione paesaggistica del Piano
legata sempre più al territorio e ad i suoi “attori” in
un legame concreto di partecipazione e cooperazione.
Tematiche, quest’ultime, complesse che rimandano alla
questione dello “sviluppo sostenibile” in cui, al di là
del tempo delle future generazioni, s’impongono azioni
in un tempo immediato dove “locale”, “risorse”
e “persone" sono i nodi chiave di una strategia
condivisa.
Il riconoscimento delle risorse paesaggistiche di un
territorio si pone come presupposto per l’avvio di
processi di valorizzazione delle economie locali,
il cui successo e la cui sostenibilità nel tempo sono
legati al reale coinvolgimento delle popolazioni locali,
cioè all’ascolto del territorio.
A questo scopo, all’interno di un percorso di conoscenza
e valorizzazione paesaggistica, è necessario stimolare
il “risveglio” dell’attenzione al paesaggio di
tutti i soggetti a vario titolo protagonisti attivi
della vita di un territorio, con l’obiettivo finale
dell’acquisizione della piena consapevolezza della
consistenza, del significato e del valore del patrimonio
paesaggistico nonché dei suoi elementi di fragilità e
degrado.
Ciò significa stimolare la “cultura del paesaggio”
come vivere collettivo, in cui termini come
biodiversità, partecipazione, sostenibilità siano
parte integrante di un vivere quotidiano, scientifico
nella sua dimostrabilità e comune nel suo farsi.
La piena coscienza del valore di un luogo associata al
senso di appartenenza delle comunità locali, in un
processo di apprendimento e decisione di tipo
“bottom-up” (dal basso),
offrono una formula vincente sia ai fini della tutela
delle risorse che dello sviluppo locale sostenibile,
oltre a garantire il presidio e la continuità nel tempo
della cura del territorio e del paesaggio.
In questa direzione operano strumenti di apprendimento e
progetti innovativi come il Contratto di
Paesaggio, il Contratto di Fiume e l’Ecomuseo
i cui risultati possono essere opportunamente
raccolti e armonizzati all’interno dei tradizionali
strumenti di governo e intervento quali piani
urbanistici, programmi e progetti locali, e il cui
finanziamento può attingere a fonti eterogenee, come ad
esempio il PSR o altre risorse comunitarie
La Provincia di Terni, oltre al Contratto di Fiume che
interessa il territorio comprendente il fiume Nera e gli
ambiti ad esso pertinenti, dai limiti della città di
Terni fino a Narni, ha avviato delle esperienze di
Contratto di Paesaggio che riguardano i Comuni di
Avigliano Umbro, Montecastrilli, Acquasparta e
Sangemini.
Questi territori risultano ben conservati e dotati di un
elevato valore paesistico diffuso di matrice
prevalentemente rurale, la cui varietà spazia dalla
coltura a terrazzamento, al seminativo semplice,
all’area boscata. Si aggiunga a ciò la diffusione di
centri e frazioni storiche, borghi fortificati,
casolari, edifici ecclesiastici, aree archeologiche,
luoghi e percorsi di valore panoramico e ricreativo
nonché la peculiare e preziosa presenza di risorse
idriche e termali di assoluto rilievo.
Territori ricchi di qualità diffuse in cui, però,
s’insinua il fenomeno della “frammentazione”, con
emergenze puntuali non relazionate poste all’interno di
un paesaggio che conserva ancora una sua forte
connotazione in termini di qualità storica e del vivere,
riconoscibilità dei processi evolutivi e unicità.
L’obiettivo generale
è l’avvio di un processo
dinamico e aperto di interpretazione, conservazione e
valorizzazione del patrimonio naturale e culturale da
parte delle comunità locali, in funzione delle
specificità dei territori e della cultura locale,
che porti alla costituzione di un Contratto di
paesaggio, alla sua progettazione attuativa, alla sua
realizzazione partecipata, alla sua organizzazione e
gestione.
Il percorso generale si articola in tre anni
temporali, (2010/2012) dove al primo step di “ricognizione
territoriale” segue la fase di “condivisione
del sapere”: il sapere scientifico che s’intreccia
con il sapere locale per arrivare ad una conoscenza
univoca ed accettata del Paesaggio preso in esame. Segue
la fase di elaborazione del masterplan , il progetto di
“visione” del Paesaggio che proietta lo stesso in
spazi temporali futuri.
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